Nel mezzo del cammin di nostra vita/ mi ritrovai per una selva oscura/ ché la diritta via era smarrita.
Ahi quanto a dir qual era è cosa dura/ esta selva selvaggia e aspra e forte/ che nel pensier rinova la paura!
Tant'è amara che poco è più morte;/ ma per trattar del ben ch'i' vi trovai,/ dirò de l'altre cose ch'i' v'ho scorte.
Io non so ben ridir com'i' v'intrai,/ tant'era pien di sonno a quel punto/ che la verace via abbandonai.

Dante Alighieri Commedia. Inferno, Canto I


venerdì 14 agosto 2015

Il silenzio, le emozioni e la Sicilia



Sabato mattina, caldo porco e zero voglia di essere attivo e produttivo, fosse pure per trascinarti in qualsivoglia luogo a fare qualsivoglia cosa che implichi un impegno superiore allo stare seduti. Fortuna che, come già appurato, hai amici
deficienti e cretini quanto se non più di te, quindi fate colazione tarda dalla svanita numero uno. Complice il caldo e l’atmosfera da vacanza la conversazione prende velocemente pieghe deviate, almeno tanto quanto gli spostamenti fisico-geografici. Vieni infatti a sapere, nell’ordine, che: 

1. Il tuo amico, quello delle fidanzate psicopatiche che ha appena mollato la numero tre, è stressato e ha bisogno  di più vacanza – anche "di cachemire, sai quello leggerissimo e impalpabile" (cit. testuale), ma soprattutto di vacanza –, quindi ha deciso last minute di fare una settimana in Sicilia. Solo che oggi è l'8 agosto e non è che l’universo mondo abbia aspettato proprio lui per prenotare. Allora ha trovato un'offertona che lo fa arrivare nell'isola con uno scalo intermedio dalle 8 di sera alle 8 di mattina di quelli da esperienza alternativa stile "bivacca in aeroporto e aiuta la conoscenza internazionale e interrazziale” e con un costo pari a quello di un volo intercontinentale. Ideona, eh. Ma vabbè, l'uomo è stressato e non infierisci, anche perché a. comunque ha degli amici che lo vengono a prendere e lo portano in giro invece di lasciarlo piantonare l’aeroporto e b. ha appena finito di dire una roba tipo " io adesso a letto solo con chi ne vale la pena, il resto solo divano e tappeto persiano". Tu riconosci le difficoltà e ti concentri su 

2. L'amica svanita non parte ma è appena tornata da una settimana in Umbria. Siccome è stressata pure lei, è andata a farsi rivoltare come un calzino, psicologicamente parlando, e sembra che sia stato difficile ma benefico. Mica solo per lei, eh, considerando che per tutto un giorno, il primo, ha fatto la “giornata del silenzio”. Cioè è stata incredibilmente zitta per tot ore filate per stabilire la "connessione con sé stessa". Tu pensi che già è un risultato strabiliante e che i miracoli allora esistono, ma ricordi anche la storia dei neuroni che muoiono e delle sinapsi che si connettono tra loro nel marcio dei neuroni morti. Però anche qui ritieni che sia meglio soprassedere, e la ascolti raccontare dei benefici del soggiorno umbro. Quantomeno lei mica è passata da Bangckok, per arrivarci. Poi ogni tanto lo protraesse anche con voi, ‘sto silenzio, ma vabbé. Probabilmente deve recuperare dalla settimana scorsa, e non solo i neuroni. 

3. Le dinamiche relazionali altrui sono talvolta difficili. Sottotitolo: “con 40 gradi siate pure meno teneri, che è meglio”. Un’altra amica infatti si stupisce del fatto che il suo amato bene sia gentile ma fermo nel non farla appiccicare sempre con ‘sta specie di clima tropicale. Tu invece lo capisci eccome, ché da sempre la cozza e la fonduta mica stanno tanto bene mescolate. A ciascuna le sue stagioni, e ha voglia lei a dire “sono emozioni”: anche per Battisti lo “sdraiarsi felice sopra l'erba ad ascoltare un sottile dispiacere” sarebbe stato bandito con ignominia sopra i 35 gradi se si trattava di sostituire all’erba la carne umana. Che scritto così fa quasi antropofago, ma pazienza.

Comunque tra tappeti persiani, scali interrazziali e connessioni cosmiche s’è fatta una certa, e tu devi andare a pranzo dai tuoi. Dove si parlerà probabilmente di cucina, di vacanze in montagna e dei nipoti. Tutte robe normali, se non fosse per il fatto che continui a fissare il tappeto persiano, santo dio. 

Tu chiamale se vuoi deviazioni.



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