Nel mezzo del cammin di nostra vita/ mi ritrovai per una selva oscura/ ché la diritta via era smarrita.
Ahi quanto a dir qual era è cosa dura/ esta selva selvaggia e aspra e forte/ che nel pensier rinova la paura!
Tant'è amara che poco è più morte;/ ma per trattar del ben ch'i' vi trovai,/ dirò de l'altre cose ch'i' v'ho scorte.
Io non so ben ridir com'i' v'intrai,/ tant'era pien di sonno a quel punto/ che la verace via abbandonai.

Dante Alighieri Commedia. Inferno, Canto I


mercoledì 15 luglio 2015

I drogati generosi e i vestiti leopardati


Capiamoci. Le cose belle piacciono anche a te, mica fai eccezione rispetto al resto della popolazione mondiale. Il problema è che mediamente la tua carta di credito non supporta i tuoi gusti potenzialmente dispendiosi, che non sempre ma a periodi lavori come uno schiavo nelle piantagioni di cotone – il che ti impedisce di buttare mezze giornate in shopping, tanto in mezzo al cotone la piega trendy mica si vede –, che pensi di poter campare mediamente anche così, che a tratti ti sembra quasi eticamente riprovevole spendere l’equivalente di due affitti in una borsa.


Opinione personale, eh. La tua tolleranza volterriana ti consente senza grosse difficoltà di pensare che ognuno possa usare i suoi soldi come gli pare. Quindi se puoi vai senza batter ciglio a comprare le scarpe fashion – poi te le dimentichi nel bar dell’aperitivo ma vabbé – per l’amico disperato che è via per il fine settimana proprio il primo giorno di presaldi, l’ombretto vip per l’amica che quando sei all’estero ti chiede il “Pale Barley” che non si trova in Italia – tu manco sai che colore è, il “Pale Barley”, ma il collega inglese la cui ex moglie si truccava vip pure lei sì, e in due secondi sei nel negozio giusto – o il vestitino chic nel negozio parigino. Sempre per la stessa amica in fissa con la moda, che se non fosse simpatica e un’ottima cuoca le compreresti uno straccio su una bancarella solo per vedere la sua crisi di nervi. 

Per ringraziarti della tua premura e gentilezza, i suddetti amici in genere massacrano il tuo look, ovviamente a fin di bene. Come i fanatici, che fanno sempre tutto per altruismo, “per il tuo bene”. Tu li capisci. È un po’ come nel caso dei drogati generosi, che non vogliono tenersi il loro tesoro tutto per loro, e che ti offrono quindi consigli di “outfit top (cit.), e talvolta anche aiuti materiali. Tipo quando per la cena di lavoro – età media: 55 anni – ti viene proposto il vestito certo supergriffato ma leopardato e un po’ trasparente. Che per carità, potrebbe pure essere un modo efficace di far carriera, ma tu resti scettica, e comunque le macchie ti ingrassano. 

E poi c’hai già la parrucchiera che insiste a farti fare la tinta da quando avevi 24 anni, e un maniaco per volta sufficit. Se proprio ne volessi altri, ti basterebbe andare in profumeria dove cercano sempre di convincerti che la salvezza della tua pelle e, per estensione, dell’universo mondo, dipende dall’acquisto dell’antirughe da spalmarti pure sotto le ascelle, tipo. Te ne danno un campione perché l’ascella è sottovalutata, ma in verità è un luogo di invecchiamento precoce che rivela la tua età prima ancora che tu ce l’abbia davvero. Insomma, tanto vale che te lo dicano così in faccia, che sei una vecchia, tanto sei già allenata con la parrucchiera e a breve hai pure la cena degli ultracinquantenni. 

Qui non si tratta più di drogati generosi ma di pusher veri e propri, stile “la prima è gratis” ma si sa, business is business.

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