Capiamoci. Le cose
belle piacciono anche a te, mica fai eccezione rispetto al resto della
popolazione mondiale. Il problema è che mediamente la tua carta di credito non
supporta i tuoi gusti potenzialmente dispendiosi, che non sempre ma a periodi
lavori come uno schiavo nelle piantagioni di cotone – il che ti impedisce di
buttare mezze giornate in shopping, tanto in mezzo al cotone la piega trendy mica
si vede –, che pensi di poter campare mediamente anche così, che a tratti ti
sembra quasi eticamente riprovevole spendere l’equivalente di due affitti in
una borsa.
Opinione personale, eh. La tua tolleranza volterriana ti consente
senza grosse difficoltà di pensare che ognuno possa usare i suoi soldi come gli
pare. Quindi se puoi vai senza batter ciglio a comprare le scarpe fashion – poi
te le dimentichi nel bar dell’aperitivo ma vabbé – per l’amico disperato che è via per il fine settimana proprio il primo giorno di presaldi,
l’ombretto vip per l’amica che quando sei all’estero ti chiede il “Pale Barley”
che non si trova in Italia – tu manco sai che colore è, il “Pale Barley”, ma il
collega inglese la cui ex moglie si truccava vip pure lei sì, e in due secondi sei
nel negozio giusto – o il vestitino chic nel negozio parigino. Sempre per la stessa
amica in fissa con la moda, che se non fosse simpatica e un’ottima cuoca le
compreresti uno straccio su una bancarella solo per vedere la sua crisi di
nervi.
Per ringraziarti della tua premura e gentilezza, i suddetti amici in genere
massacrano il tuo look, ovviamente a fin di bene. Come i fanatici, che fanno
sempre tutto per altruismo, “per il tuo bene”. Tu li capisci. È un po’ come nel
caso dei drogati generosi, che non vogliono tenersi il loro tesoro tutto per
loro, e che ti offrono quindi consigli di “outfit
top” (cit.), e talvolta anche
aiuti materiali. Tipo quando per la cena di lavoro – età media: 55 anni – ti viene
proposto il vestito certo supergriffato ma leopardato e un po’ trasparente. Che
per carità, potrebbe pure essere un modo efficace di far carriera, ma tu resti
scettica, e comunque le macchie ti ingrassano.
E poi c’hai già la parrucchiera
che insiste a farti fare la tinta da quando avevi 24 anni, e un maniaco per
volta sufficit. Se proprio ne volessi
altri, ti basterebbe andare in profumeria dove cercano sempre di convincerti che la
salvezza della tua pelle e, per estensione, dell’universo mondo, dipende
dall’acquisto dell’antirughe da spalmarti pure sotto le ascelle, tipo. Te ne
danno un campione perché l’ascella è sottovalutata, ma in verità è un luogo di
invecchiamento precoce che rivela la tua età prima ancora che tu ce l’abbia
davvero. Insomma, tanto vale che te lo dicano così in faccia, che sei una
vecchia, tanto sei già allenata con la parrucchiera e a breve hai pure la cena
degli ultracinquantenni.
Qui non si tratta più di drogati generosi ma di pusher veri e propri, stile “la prima è gratis” ma si sa, business is business.
Qui non si tratta più di drogati generosi ma di pusher veri e propri, stile “la prima è gratis” ma si sa, business is business.
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