Una delle poche ma
indubbie soddisfazioni di quando già dalla mattina ti gira tutto storto è
incontrare qualcuno – meglio ancora qualchedue o qualchetre – messo peggio di
te.
Non proprio altruistico, ma senza dubbio efficace, come metodo. Al punto
che si dovrebbe istituire un servizio “scegli il tuo sfigato”, in una scala da
1 a 150, dove il primo è a un livello di disgrazie altissimo,
il centocinquantesimo un po’ messo male (sennò non vale) ma tutto sommato mediamente, come sei più o meno tu il lunedì mattina quando devi essere alle nove alla riunione col capo d’area e il collega lupo di Wall Street e alle 8.35 la macchina non parte e le calze ti si smagliano. Insomma, niente robe epocali ma casi empatici, giusto per sapere che queste cose non succedono solo a te: tu chiami SitS (“scegli il tuo sfigato”), digiti il livello che ti serve con un po’ di onestà intellettuale – inutile giocarsi i primi posti della top ten se non sei proprio proprio disperato –, paghi, ascolti e poi ti senti subito meglio, visto che hai pure risparmiato sull’analista.
il centocinquantesimo un po’ messo male (sennò non vale) ma tutto sommato mediamente, come sei più o meno tu il lunedì mattina quando devi essere alle nove alla riunione col capo d’area e il collega lupo di Wall Street e alle 8.35 la macchina non parte e le calze ti si smagliano. Insomma, niente robe epocali ma casi empatici, giusto per sapere che queste cose non succedono solo a te: tu chiami SitS (“scegli il tuo sfigato”), digiti il livello che ti serve con un po’ di onestà intellettuale – inutile giocarsi i primi posti della top ten se non sei proprio proprio disperato –, paghi, ascolti e poi ti senti subito meglio, visto che hai pure risparmiato sull’analista.
Nell’attesa della messa in
funzione di tutto ciò, devi accontentarti del caso, che a volte fa bene le
cose. Tipo oggi. Tu riflettevi se buttarti nel fiume per prendere il tetano e
farti dare qualche mese di malattia pur di non andare al lavoro – stavi già
facendo il giro largo, eh – e sul ponte incontri la tua amica che lavora per i
teatri. Lei ti guarda sconsolata e tu capisci che c’è uno svoltone in corso: a
occhio e croce, sta a un livello 102. Non altissimo, ma sufficiente. Accantoni
il pensiero del tetano e ti concentri su di lei, che in effetti c’ha un
problemino mica da ridere: deve vendere 65 date di uno spettacolo orrendo che
gira ormai da un tot di anni. Ergo, i
temerari che l’hanno già visto l’hanno già visto, e considerata la qualità
intrinseca del tutto è difficile supporre che ci torneranno, a vederlo. Come
dire, Il giardino dei ciliegi messo
in scena da Strehler è un po’ un’altra roba. Il livello 102 che ti sta di
fronte ha già fatto comunicati stampa, impietosito i giornalisti amici, offerto
convenzioni a studenti, enti culturali, siti di sconti, circoli della
bocciofila, associazioni tipo gli amici della renga e – e qui scatta il tuo
svoltone – pure il cinquantunesimo stormo. Che è uno stormo da ricognizione
dell’Aeronautica Militare che come distintivo c’ha un gattaccio che schiaccia
tre sorci verdi, in ricordo goliardico di quando in una missione simulata il
reparto di caccia del cinquantunesimo sconfisse i bombardieri dei “Sorci
Verdi”. Come dire…
Al solo pensiero di un 102 – ora 101 – che offre uno sconto per uno spettacolo romantico a gattacci che fanno a pezzetti
i bombardieri avversari e ne risputano le ossa per poi dileggiarli per decenni,
tu ti senti già meglio. Ovvio, empatizzi con la tua amica, la conforti e le
auguri ogni bene, quindi restituisci in qualche modo il favore raccontandole
del fiume e della tua idea del tetano, della tua difficoltà ad arrivare in
ufficio, dove già prevedi rogne con la collega che chiami gentilmente la “media”
e con alcuni dossier da cui non riesci a liberarti. Insomma, diventi il suo
102.
Dopodiché, ognuna per la sua strada, ma entrambe più felici. E senza
neanche pagare il SitS.
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